Tab Article
Il 2 novembre 1975, all'Idroscalo di Ostia, si consuma il "massacro tribale" di uno dei maggiori intellettuali del ventesimo secolo: Pier Paolo Pasolini. L'inchiesta di Simona Zecchi riparte proprio da quella sciagurata notte e, con l'ausilio di prove fotografiche mai emerse sinora, documenti inediti, interviste e testimonianze esclusive, fa tabula rasa dei moventi ufficiali e delle piste finora accreditati, dall'"omicidio a sfondo sessuale" al "misterioso" Appunto 21 di Petrolio. Come nella Lettera rubata di Edgar Allan Poe, lo "schema perfetto" che condusse il poeta friulano fra le braccia dei suoi carnefici è sempre stato sotto gli occhi degli inquirenti e, in parte, dell'opinione pubblica: un oscuro attentato a pochi passi dall'abitazione di Pasolini la cui funzione viene finalmente svelata, un furto di bobine come espediente dai tratti inediti, la presenza di più macchine all'Idroscalo e la prova del doppio sormontamento del corpo ormai agonizzante, i testimoni che nessuno ha mai voluto veramente ascoltare, la matrice fascista dell'agguato, la direzione dell'intelligence nostrana, i tentativi di alcuni giornali di trasformare Pasolini in imputato nello stesso processo che avrebbe dovuto stabilire l'identità dei suoi assassini. Tra le numerose inchieste che hanno cercato di decostruire la gigantesca opera di depistaggio messa in atto già all'indomani dell'omicidio, «Pasolini, massacro di un poeta» si incarica di dire la verità, tutta la verità.